Pensiero psicomotorio
La psicomotricità è stata sempre fin da quando siamo presenti nel 2008 il fiore all’occhiello dell’azienda celpp, ci ha permesso di aiutare tanti bimbi, ascoltare e risolvere attraverso le sue potenti forme di azione tanti disagi socio relazionali, di organizzazione del movimento, di apprendimento, cognitivi intesi come capacità di pianificare il compito in maniera adeguata, per poi realizzarlo in un ottica di partecipazione condivisa. Ora che sono passati quasi nove anni, posso dire che sono stato onorato di mettere in pratica i suoi insegnamenti, perché mi hanno permesso di aiutare, modificare, dare una nuova vita emotiva ai mie piccoli bambini o ai miei ragazzi, attraverso il gioco, perché per molti il gioco è passatempo, è perdita di tempo, ma non è cosi la psicomotricità così come la pedagogia, ci dice che quest’ultimo è l’unico strumento che il bambino conosce per mostrarti il suo mondo, ed è li che si inserisce lo psicomotricista, che attraverso questo strumento attiva un dialogo psicomotorio, sotto il piano emotivo e tonico, inteso come comunicazione di atteggiamenti e allora il bambino si fa trascinare verso orizzonti abilitativi nuovi, verso mete di competenze da raggiungere. Tutto diventa più semplice da conquistare e in maniera specifica seguendo le tappe psicomotorie di riferimento, che sono si come una mappa da seguire, ma è lo psicomotricista che però sceglie lette le esigenze del bambino la strada o il percorso a lui più idoneo, per le sue capacità, al fine di fargli raggiungere la meta, che altro non è che la sua capacità di relazionarsi con l’altro, condividere il gioco, avere un’adeguata attenzione sostenuta, mettere in mostra le emozioni e saperle gestire e infine adeguare le funzioni esecutive, attraverso la vitalità del movimento, tutti elementi saggiamente conditi da amore e partecipazione attiva nel gioco insieme. Tale disciplina si può realizzare in due, in tre o in piccoli gruppi, dosati ad hoc dallo psicomotricista al fine di creare piccoli “microcosmi sociali”. E’ giusto anche chiedersi quando al proprio figlio deve fare un controllo psicomotorio, a quale età è meglio ed ecco svelato che la psicomotricità agisce con obiettivi e tappe diverse a ogni età, ed è produttiva sia per i normodotati, sia per i bambini con disagio, che per i diversamente abili (bambini o ragazzi “speciali”). Di sotto però al fine di dare una mano d’aiuto alle famiglie come è solito a celpp e come questa sezione giornalistica di celpp, chiamata celppFamily vuole fare, vi elencherò i più importanti sintomi da attenzionare sin dai due anni, al fine di ottimizzare i tempi dell’intervento, che se è più precoce, fa ottenere dei miglioramenti più immediati, perché permette di creare schemi di azione più immediati, grazie alla plasticità del nostro cervello.
Sintomatiche da attenzionare:
- Tendenza nel bambino alla bassa partecipazione e condivisione nella relazione.
- Rifiuto della relazione con l’altro
- Tendenza a ripetere sempre lo stesso gioco e a prendere poco l’iniziativa
- Continuo sistema di allerta e di tensione eccessiva, paura di non riuscire che sfocia in pianti continui e nella tipica frase “Io non c’è la faccio”
- Poca attenzione sostenuta, ovvero poca capacità di rimanere su un compito per tanto tempo o il tempo necessario per concluderlo.
- Organizzazione del movimento troppo goffa, poco coordinata e impacciata, il bambino mostra poca economia e molta impulsività nella risposta motoria, frutto anche di una certa impulsività.
- Tendenza a una bassa pianificazione del pensiero e con ritmi accelerati in quello che fa
- Ha difficoltà di apprendimento, perché troppo distratto, rifiuto di fare un compito, poca motivazione e voglia, poca capacità di adattamento, ed ecco che anche li, la psicomotricità può intervenire, perché irrobustisce le funzioni esecutive attraverso il gioco e il movimento, perché attraverso gli atrumenti psicomotori si migliora l’attenzione sostenuta, l’uso del problem solving, ovvero capacità nel bambino di utilizzare diverse strategie al fine di risolvere un compito, delle capacità di adattamento e della work in memory, che sono quei processi che stanno alla base dell’apprendimento stesso e senza uno sviluppo adeguato queste funzioni, il sistema è come una macchina che vuole camminare con le ruote bucate, certo può camminare, ma a stento e prima o poi le deve riparare.
Il nostro obiettivo è quello di mettere le famiglie nelle condizioni di conoscere per comprendere e agire INSIEME, in un progetto di “aiuto psicomotorio”, al fine di ottenere risultati che possano spingere l’altro ad essere migliore di ciò che è, per il benessere di se e degli altri.
Strategia CelppFamily.com
Conosci tuo figlio, osservalo, stai e gioca con lui, scoprirai un mondo che è parte di te e solo così, guidandolo, relazionandoti e facendolo sperimentare sotto la tua osservazione lui costruirà un mondo che sarà il frutto della vostra condivisione, relazione e partecipazione.
CelppFamily.com
L’equipe psicomotoria del Celpp, Giovanni Filippello e Italiano Vincenzo.
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