La psicomotricità è al centro di ogni servizio socio sanitario in celpp e in ogni servizio che viene svolto al centro e che a come prerogativa che ogni bambino sia seguito sotto il profilo globale in quanto riesce a lavorare contemporaneamente sia sotto il profilo emotivo, cognitivo e di organizzazione dell’atto motorio e quindi di motivazione agita. Il suo strumento migliore è il gioco, che non è indotto sul bambino, bensi sviluppato assieme a lui, attraverso l’uso delle sue risorse di quel momento, rispettando le sue tappe psicomotorie, attraverso l’uso di tale principio, si inizia a creare una sicurezza tra terapista e bambino che inizia a creare un legame dove l’uno si mette in situazione di ascolto verso l’altro. La psicomotricità in quanto tale è educativa al massimo in quanto ogni soggetto sia bambino che adulto che anziano può realizzarla, in quanto tutto diventa espressione di relazione con l’altro, quindi è bene fare una valutazione delle tappe psicomotorie sin dai primi anni al fine di mettere il bambino/a nelle condizioni di rendere al massimo per le sue risorse e le sue potenzialità ed evitare spiacevoli forme di inibizione sociale, difficoltà relazionali, stima del se e difficoltà di apprendimento che se trattate in prevenzione si eviterebbe la loro estensione e sviluppo poi.
Lo psicomotricista Filippello Giovanni.
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